Sembra godere di buona salute il settore della componentistica automotive italiana. Stando al report pubblicato da Anfia nel 2021 le 2.202 imprese del comparto attive nella Penisola hanno impiegato oltre 168.000 addetti, lo 0,6 per cento in più dell’anno precedente, e generato un fatturato stimato pari a 54,3 miliardi di euro, più 16,7 per cento. Le variazioni positive del fatturato hanno interessato trasversalmente tutti i segmenti della filiera, seppure con intensità differenti: i risultati migliori sono attribuibili ai subfornitori (+25,6 per cento), in particolare a quelli delle lavorazioni (+30) e agli specialisti dell’aftermarket (+19).
Il Piemonte mantiene il primato nazionale per numero di imprese (una su tre), immediatamente seguito da Lombardia (27 per cento), Emilia-Romagna (10,4) e Veneto (8,8).
In Piemonte il fatturato generato dalla componentistica nel 2021 è stato pari a 17,6 miliardi di euro (il 32,5 per cento del totale nazionale), con oltre 58.600 addetti (il 34,9 per cento).
Nel post-pandemia si è assistito a una forte ripresa degli scambi internazionali, ma le vicende economico-politiche del 2022, come il rincaro dei prezzi delle materie prime, i costi della logistica, il prolungarsi della crisi dei semiconduttori e il conflitto Russia Ucraina, fanno temere un rallentamento del fenomeno.
Il 78,3 per cento delle imprese, dato migliore dell’ultimo quinquennio, vende i propri prodotti sui mercati esteri. Aumenta anche la percentuale di fatturato derivante dall’export, che nel 2021 si attesta in media al 41,8 per cento (era il 37,8 nel 2017). Nel 2021 poco meno del 73 per cento delle imprese risulta avere Stellantis nel proprio portafoglio clienti. In calo, la quota di fatturato generato dalle vendite del Gruppo italo-francese pari al 40,7 in Italia.