Mese di ottobre in negativo per la produzione dell’industria automotive italiana con un calo del 32,4% rispetto ad ottobre 2023, mentre nei primi dieci mesi del 2024 scende del 21%. Secondo i dati preliminari di ANFIA, la produzione domestica delle sole autovetture ad ottobre 2024 ammonta ad oltre 16mila unità.
Complessivamente nei dieci mesi, invece, sono state prodotte oltre 272mila autovetture, in diminuzione del 41,5% su gennaio-ottobre 2023. Il comparto produttivo automotive si colloca nel contesto di una produzione industriale italiana complessiva ancora in flessione ad ottobre 2024 rispetto ai livelli del decimo mese dello scorso anno: l’indice della produzione industriale nel suo complesso, infatti, cala del 3,6% ad ottobre e chiude a -3,3% i primi dieci mesi dell’anno in corso rispetto allo stesso periodo del 2023.
"Ad ottobre l’indice della produzione automotive italiana accentua la flessione con l’ottavo calo consecutivo (-32,4%) – ha riferito Gianmarco Giorda, Direttore Generale di ANFIA. Anche l’indice della fabbricazione di autoveicoli mantiene il segno meno ad ottobre (-40,4%) – complice il decremento a doppia cifra, -67,8%, registrato, secondo i dati preliminari di ANFIA dalla produzione di autovetture – così come l’indice della produzione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori, che chiude il mese a - 28,9%, aggravando il calo registrato a settembre.
La situazione del settore automotive nel nostro Paese si prospetta sempre più complessa e incerta. Gli obiettivi previsti di elettrificazione non sono stati raggiunti, e un mercato poco vivace, che non sta andando nella direzione sperata, contribuisce ad ostacolare anche la crescita dei volumi produttivi. Siamo infatti ancora ben lontani dal valore soglia del milione di veicoli leggeri prodotti.
Per questa ragione resta importante creare le condizioni per risollevare i volumi produttivi, strutturando al più presto un piano di politica industriale che possa concretamente sostenere le nostre imprese, supportandole nella transizione energetica e favorendo gli investimenti in R&S per colmarne i gap di competitività”.