L'unico ad aver 'contratto in forma lieve il Covid-19' appare il noleggio a lungo termine. Letteralmente stroncati dalla pandemia, invece, il comparto del breve termine insieme con quello del car sharing. A ribadirlo sono stati i dati contenuti nel consueto Rapporto Annuale di ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell'Autonoleggio e Servizi Automobilistici), giunto alla diciannovesima edizione.
Il paragone tra il 2020 e il 2019 (anno preso in esame nel documento) evidenzia infatti, per il Rent-A-Car (RAC), cali generalizzati nel trimestre marzo-maggio scorsi, così ripartiti: 70 per cento sul piano del fatturato; 82 per cento per quanto attiene all'utilizzo; addirittura il 98 per cento in meno a livello di immatricolazioni.
Distanti dal trend abituale del periodo i numeri associati alla seconda metà di maggio, periodo segnato da un trend di ripresa parziale.
Il nuovo Coronavirus dilagato in tutto il mondo ha fermato nei parcheggi anche i veicoli delle flotte in condivisione. Decise le contrazioni subite nell'intervallo di tempo scandito dal lockdown. Nel paragone con l'anno precedente sono stati infatti persi il 75 per cento dei noleggi e il 76 per cento del fatturato, a fronte di 12 milioni di utilizzi e di più di 2.100.000 utenti nel corso dell'esercizio preso in considerazione. Uno spiraglio potrebbe arrivare dalle dinamiche registrate nelle città più importanti dove è disponibile il servizio nel corso del mese di maggio con un ritorno a valori pari alla metà di quella che era l'attività pre-Covid.
Come anticipato, gli effetti meno impattanti della malattia si sono manifestati nel segmento del noleggio a lungo termine, che ha comunque dovuto subire una brusca frenata a livello di immatricolazioni: il 73 per cento in meno se si guarda al cumulato dei tre mesi di confinamento. Per quanto attiene invece a composizione della flotta e fatturato, le perdite sono contenute al massimo entro il punto percentuale dei guadagni per gli operatori di categoria. La formula scelta per fronteggiare il difficile momento generale è stata quella, nella maggior parte dei casi, di un prolungamento della durata dei contratti.
"La crisi economica innescata dalla pandemia, il telelavoro e la sospensione dei flussi turistici in ingresso nel nostro Paese - ha sottolineato il Presidente di ANIASA, Massimiliano Archiapatti -, hanno bloccato la spinta innovativa della new mobility pay-per-use, che nel 2019 aveva visto crescere la propria flotta di auto e veicoli commerciali leggeri fino a 1,2 milioni di unità (con un balzo in avanti di 100.000 unità versus 2018, NdR), raggiungendo il 25% dell’immatricolato nazionale (grazie al raggiungimento di una quota superiore ai 500.000 veicoli, NdR)". Nel 2019 il fatturato è cresciuto di otto punti percentuali, attestandosi al di sopra dei 7 miliardi di euro. È stato invece pari a 11 miliardi di euro il valore dei nuovi acquistati effettuati.
Una 'vittoria' per l'intera industria automotive vanificata in soli 90 giorni, quelli della quarantena, durante i quali i comparti sono stati costretti a rinunciare a 155.000 immatricolazioni - tra passenger car e LCV -, con 3,1 miliardi di euro persi dagli operatori e quasi 1 di entrate in meno per l'Erario.
"Sconcerta, a quasi quattro mesi dall’inizio della pandemia, la totale assenza di attenzione da parte del Governo per due filiere strategiche per l’Italia: l’automotive (11% del PIL) e il turismo (16% del PIL) - ha ripreso Archiapatti -. Gli annunciati voucher vacanze, ridottisi a poche centinaia di euro per limitate fasce di popolazione, riguarderanno solo una piccola parte della filiera.
Ci chiediamo anche che fine abbia fatto la campagna 'Viaggio in Italia', annunciata dal Premier Giuseppe Conte qualche settimana fa, con cui si sarebbe dovuto promuovere a livello internazionale il turismo nel nostro Paese.
Sul fronte automotive è imbarazzante l'assenza di risorse messe in campo e di una chiara strategia, a differenza di quanto si sta verificando in altri Paesi d’Europa".
Il pericolo legato alla mancanza di interventi governativi concreti è ben chiaro davanti agli occhi del Presidente di ANIASA. Consistono, in sintesi, nello stop all'acquisto di nuovo auto, con conseguente collassamento del mercato; e nel rallentamento del rinnovo del parco circolante in Italia, che conta oltre un terzo di veicoli ante Euro4 ed è il secondo per anzianità più alta in Europa.
"È ora di abbandonare un approccio ideologico alla mobilità - ha evidenziato Archiapatti -. Per questo ribadiamo al Governo la nostra proposta che produrrebbe immediati benefici sulla domanda di mobilità, sull’ambiente e, non ultimo, sul fronte delle Entrate per l’Erario".
Da tempo l'Associazione, che all'interno di Confindustria rappresenta i player che erogano servizi di mobilità, ha presentato agli organi competenti una bozza di piano finalizzato alla ripresa del noleggio, della sharing mobility e, di riflesso, delle economie legate alla produzione di autoveicoli.
Le proposte presentate al Governo del nostro Paese comprendono, tra le altre, l'estensione dell'ecobonus. "Per venire incontro alle esigenze di cassa - ha sottolineato il Presidente di ANIASA -, potrebbe essere erogato tramite credito d’imposta o mediante esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche (IPT e tassa automobilistica regionale). Avrebbe il pregio di raggiungere classi sociali con minore capacità di spesa, quelle spesso in possesso di veicoli più inquinanti e che senza supporto non cambierebbero la propria auto".