Dipendenti uomini, perché per le donne rinunciare alla propria vettura è praticamente impossibile. E non certo perché per il popolo rosa la questione ambientale non esista, anzi: non ci sentiamo pronte per le vetture elettriche, ma non optiamo nemmeno per i bolidi dalle elevate prestazioni e dagli altrettanto elevati consumi, che lasciamo volentieri a mariti, fidanzati e affini.
Noi la nostra quattro ruote la vogliamo perché è anche grazie a lei che possiamo fare tutto quello che troppo spesso ci ricade addosso: gestione dei figli (accompagnarli a scuola, alle varie attività extrascolastiche - piscina, canto, ballo, musica, cinese, etc. -, alla festa degli amici e, neanche a dirlo, riprenderli), dei parenti più anziani e della casa (che si traduce almeno in lavanderia e supermercato), oltre che del lavoro.
Altro che monopattino: il nostro dovrebbe avere seggiolino incorporato nonché un ampio vano in cui riporre la borsa con il computer, gli ingredienti della cena e la gonna plissé (quella al ginocchio, tra i must have della stagione).
La sensazione, insomma, è che sia tutto meraviglioso quando non si tratta di calarlo nella vita reale. Se non si abita a quattro passi dal luogo di lavoro, se non si fanno orari canonici (9.00-18.00), se non si hanno i mezzi pubblici sotto casa, l'auto rimane una necessità. Con buona pace dei costruttori.
Qualche anno fa si diceva che i millenials (i nati tra gli anni Ottanta e il Duemila) non volevano saperne di automobili. Oggi che la maggiore l'hanno raggiunta e hanno messo su famiglia pare che abbiano cambiato idea e siano pronti ad acquistarla, se ancora non lo hanno fatto.
Diverso è invece il rapporto che si ha con la quattro ruote: non più (almeno non per tutti) status symbol ma strumento pratico per aiutarci a vivere meglio. Quella che prima era una visione femminile oggi è il concetto più diffuso.
Ancora una volta abbiamo anticipato i tempi. Care Case, se volete farvi trovare pronte all'appuntamento col futuro, siamo noi quelle che dovete interpellare...