Sono circa 542 mila le automobili prodotte in Italia nel 2023, +15% rispetto all’anno precedente. Il 33% delle imprese della componentistica è in Piemonte. Tutto scritto nel report di Rome Business School “Il futuro dell’automotive. Produzione, sostenibilità e lotta alla contraffazione” a cura di Francesco Baldi, Docente dell'International Master in Finance di Rome Business School, Massimiliano Parco, Economista, Centro Europa Ricerche e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.
L’Italia si fa spazio nel mercato europeo finendo nel girone dei Big, tra i quattro maggiori produttori in Europa: 540 mila autovetture, contro i 4,1 milioni in Germania, gli 1,9 milioni in Spagna, e 1 milione in Francia (ANFIA). Nonostante la quota di mercato italiana sia scesa dal 3,5% del 2000 a poco meno dello 0,8% a fine 2023, l’Italia è oggi in debole ripresa, registrando un +15% nel 2023 vs 2022. “Profonda è stata la riduzione in termini produttivi del settore automotive. Tuttavia, l’Italia gode da sempre di una classe operaia altamente specializzata nella produzione di automobili e di designer di fama mondiale. La reputazione delle case automobilistiche italiane è infatti uno dei punti di forza del settore”, ha commentato Francesco Baldi.
Baldi ha evidenziato poi che "Il settore automotive italiano è caratterizzato dall’elevata frammentazione delle imprese: tante microimprese (fino a 9 addetti) che dominano numericamente (aumentate del 28,7% nel 2008-2021), ma che contribuiscono modestamente alla crescita del fatturato (solo l’1% del totale). Gran parte del fatturato del settore (85%) è infatti generato dalle grandi imprese (con 250 e più addetti), pur rappresentando esse solo il 4% del comparto (93 su 2.329).” Secondo Massimiliano Parco: "L’aumento salariale unitario è derivato sia da una crescente spesa per i salari da parte delle imprese del settore automotive, aumentata tra il 2008 e il 2021 del 16,5%, sia da un calo nel numero di occupati, -8,3%”.
In riferimento al parco di automobili circolante in Italia nel 2022, è emerso che la provincia di Roma registra il maggior numero di auto, con oltre 2,7 milioni di automobili. A seguire, la provincia di Napoli e di Milano con poco più di 1,8 milioni di automobili. Anche la provincia di Torino ha registrato un’elevata presenza di auto (1,4 milioni); mentre le province di Catania, Brescia e Firenze detengono un numero di automobili superiore alle 800 mila unità. Le province di Aosta, Trento e Bolzano si caratterizzano per il maggior numero di automobili per abitante.
Negli ultimi anni, l’automotive sta attraversando importanti trasformazioni generate soprattutto da una maggiore sensibilità verso l’ambientale, progressi tecnologici e un’evoluzione nelle preferenze dei consumatori, che condurrà a una sempre maggiore richiesta di auto elettriche.
Per Massimiliano Parco, "In Italia tenderanno a scontrarsi il ricorso all’automazione con la necessità di ingegneri nel comparto delle auto elettriche, determinando così, a seconda dello scenario che prevarrà, un impatto positivo o negativo in termini occupazionali”.
In Italia si contano oltre 2200 le aziende attive, dove lavorano circa 200.000 persone producendo un fatturato annuo di oltre 40 miliardi di euro (ANFIA, 2023). Tra le diverse componenti del settore, quelle più performanti sono ricerca e sviluppo (+17,4%), specialisti del motorsport (+14,5%), subfornitori, in particolare quelli delle lavorazioni (+14,2%); molto inferiori i segmenti sistemisti e modulisti (+3,9%). A livello regionale invece, il Piemonte è il territorio con il maggior numero di imprese operanti nel comparto della componentistica (il 33,6%), a cui seguono Lombardia (il 26,9%) ed Emilia-Romagna (il 10,6%) che coprono più del 70% del totale. Nel Nord Est si distingue il Veneto (l’8,9%), nel Centro Italia la Toscana (il 3,1%), infine nel Mezzogiorno (isole comprese) la Campania (il 3,4%).
Crescono anche i numeri della contraffazione in ambito componentistica. "L'impatto di queste sfide non è solo economico, ma influisce anche sulla sicurezza, sull'integrità del marchio e sulla stabilità complessiva di quest'industria” ha affermato Valerio Mancini.
Ha proseguito poi: “L'industria automobilistica italiana si trova in una fase cruciale di trasformazione, in cui sostenibilità, innovazione tecnologica, flessibilità produttiva, ricerca e sviluppo e lotta alla contraffazione giocano un ruolo centrale. Le prospettive future offrono opportunità significative per rafforzare la leadership dell'Italia nel settore, orientata alla sostenibilità e al mantenimento degli standard qualitativi che contraddistinguono l'industria automobilistica italiana a livello globale”.