Certamente un case history quella della Pietro Fiorentini, azienda che si occupa di soluzioni tecnologiche per il sistema multigas. Per la gestione delle attività e dei flussi di lavoro adotta la metodologia Kaizen, ovvero un approccio improntato al miglioramento continuo; uno tra i principi più significativi di questa metodologia è l’identificazione e l’eliminazione degli sprechi e del superfluo.
Nell’analisi della gestione della flotta aziendale, è emerso che i maggiori sprechi erano associati agli incidenti stradali e ai costi del carburante. Si è così deciso di affrontare il problema alla radice. Il primo passo è stato dotare tutti i veicoli della flotta di sistemi avanzati di assistenza alla guida e i risultati sono stati sorprendenti: il numero di incidenti è sceso da circa cinquanta all'anno a nove, e nessuno nei primi sei mesi.
Sicurezza come chiave di successo
"La sicurezza dei nostri collaboratori è aumentata in modo significativo, i costi per il ripristino delle vetture o comunque direttamente collegati agli incidenti sono diminuiti sensibilmente e i clienti non hanno subito il fastidio di vedere annullati appuntamenti" racconta Lorenzo Groppo, fleet manager della Pietro Fiorentini, che poi affronta secondo aspetto, quello legato ai costi del carburante. "L'unica soluzione vincente, in questo caso, era l'elettrificazione. Abbiamo più di cento veicoli commerciali e la maggior parte dei nostri collaboratori guida auto aziendali, per cui ho iniziato da queste. La scelta è ricaduta sulla ID.3 perché in azienda tutti apprezzano i veicoli del Gruppo Volkswagen".
I dipendenti della Pietro Fiorentini viaggiano in tutta Europa e devono poter contare su una buona rete diassistenza. "Avevamo già collaborato in passato con il marchio Volkswagen, con soddisfazione. La precedente esperienza positiva è stato un fattore determinante nella scelta, quindi abbiamo deciso di rivolgerci a Volkswagen Financial Services Italia". Groppo si sofferma poi sul suo primo test a bordo della ID.3: "Appena l'auto è arrivata in concessionaria l'ho messa alla prova con un viaggio dal quartier generale dell’azienda, a Vicenza, alla nostra sede più lontana: volevamo essere certi di poter raggiungere tutti i nostri uffici italiani con una sola carica della batteria, per poter poi ricaricare all'arrivo. L'utilizzo di stazioni di ricarica ‘esterne’, per noi, dovrebbe costituire un'eccezione".
Il passo successivo, con il supporto di Volkswagen, è stata l’analisi puntuale dell'utilizzo reale della flotta, resa possibile grazie all’accesso ai dati anonimi dei registri. È stata esaminata nel dettaglio la fattibilità del passaggio alla mobilità elettrica per ogni singolo veicolo, determinando il potenziale risparmio in termini economici e di emissioni di CO₂ e valutando le batterie più adatte al rispettivo profilo di guida.
"Fatto questo, abbiamo definito il numero di punti di ricarica aziendali necessari e il loro posizionamento; le verifiche hanno anche riguardato la quantità di elettricità a disposizione in ogni singola sede, con un’attenta valutazione della situazione da parte dei Vigili del Fuoco. È stato un processo lungo e impegnativo, ma le informazioni sui tempi di ricarica fornite da Volkswagensono state di enorme aiuto" spiega ancora Groppo.