Sostenibilità è un sostantivo che agli italiani piace. Da indagare quanto sia diffusa la conoscenza riguardo il background che deve sostenere e supportare la sostenibilità, i suoi effetti e le sue ricadute.
Arval Mobility Observatory, la piattaforma di ricerca e di scambio di informazioni nell’ambito della mobilità, in collaborazione con Doxa, ha deciso di verificare quanto per gli italiani la mobilità è un valore condiviso. La automobile si conferma sì il mezzo ancora preferito per la mobilità individuale, purché nel futuro rispecchi i canoni della, appunto, sostenibilità.
In particolare, l’87% la usa almeno una volta a settimana, il 63% tutti i giorni o quasi. Il 77%, che possiede una veicolo diesel o benzina (in realtà ovviamente la percentuale è molto più alta, altrimenti avremmo un circolante elettrico BEV del 23%!), per il futuro auspica una svolta green. Il 64% sceglierà (!) come prossima auto un veicolo ibrido (45%) o elettrico (19%). Anche in questo caso però la scelta non è chiara, o denota scarsa conoscenza delle cose, in quanto un veicolo ibrido, per definizione, è anche e soprattutto diesel o benzina.
Tutti con Fit for 55
Il 66% degli intervistati dichiara di essere a conoscenza degli obiettivi su cui si articola la proposta del “Fit for 55”, il pacchetto Ue per ridurre le emissioni di gas serra che prevede dal 2035 l’obbligo per le Case costruttrici di produrre soltanto auto a zero emissioni. Non solo: addirittura l’82% dei rispondenti si dichiara favorevole.
Il 66% degli intervistati ritiene insomma che la maggior diffusione delle auto elettriche avrà un impatto positivo sull’ambiente. Alcune preoccupazioni sono tuttavia ancora presenti, come l’accessibilità economica (per il 78% degli intervistati) e la gestione del fine vita delle batterie (per l’87% del campione).
8 intervistati su 10 ritengono che l’offerta combinata di differenti opzioni di mobilità contribuisca a una mobilità più ecologica, e poco più auspica la diffusione di soluzioni che permettano la gestione integrata delle diverse possibilità di mobilità secondo un approccio MaaS (Mobility as a Service). L’84% si dichiara a favore con la linea delle amministrazioni delle grandi città che incentiva le forme di mobilità alternative all’automobile, come ad esempio la creazione di piste ciclabili. Da evidenziare che il 56% si è dichiarato molto favorevole, percentuale che sale al 75% nella fascia d’età tra i 18 e i 24 anni. Anche questo, a nostro avviso, è un dato in controtendenza con la realtà dei fatti e con il fatto che il 77% è ancora legato per la propria mobilità all’automobile. A meno che non debba essere qualcun altro, e non noi, a fare una scelta socialmente utile.
Se proprio devo averla, almeno non sia di proprietà
A contraddirci, e a favore di una maggiore consapevolezza sociale, ci pensa un 20% tra i rispondenti che pensano che in un prossimo futuro non avranno bisogno dell’auto di proprietà. Tra le alternative, il noleggio conquista il primo posto con il 31% delle preferenze. Segue il ricorso ad altri mezzi di proprietà, tra cui bici, monopattino e scooter (27%) e il car sharing (25%).
“Dalla ricerca – dichiara Massimiliano Abriola, Head Of Strategy, Consulting & Arval Mobility Observatory – affiora un senso di urgenza per un approccio sistemico alle sfide che viviamo, in cui la mobilità è percepita cruciale per il raggiungimento di più vasti obiettivi di sostenibilità. Molto significativa è la conoscenza emersa sulle evoluzioni normative, che conferma il grande interesse delle persone per una mobilità più sostenibile, connessa e integrata con soluzioni di micromobilità e microusabilità, considerate un viatico per tornare al pieno esercizio delle libertà individuali e collettive”.