La diffusione dell'auto connessa, autonoma e condivisa, aggiunta al peso sempre più rilevante attribuito alla tecnologia elettrica (elementi racchiusi insieme nell'acronimo inglese CASE), quali perni per l'evoluzione della figura del driver, che infatti, in quest'era del digitale è più appropriato indicare come 'mover'.
A consuntivo di AutoteQ 5G a Torino, dove una platea di operatori internazionali ha approfondito le principale istanze legate alle esperienze di mobilità del mondo odierno, è arrivata la riflessione di Andrea Galimberti, Head of Mobiliy di Kantar - Insights Division -, che parla, con riferimento alla rivoluzione in corso nel settore, di "effetto dirompente per il mercato" e di "grande fonte di opportunità.
E’ interessante valutare la percezione del driver su queste innovazioni: a livello internazionale vediamo che l’Italia mostra una grande apertura, superiore alla media europea".
Di qui l'idea di Kantar di sostenere AutoteQ 5G offrendo, a uno dei vincitori nelle diverse categorie dell'assegnando Mobility Award 2019, un workshop interattivo consulenziale basato sulle principali evidenze del prossimo studio interno Mobility Futures, il cui lancio è annunciato per ottobre. La ricerca ha coinvolto 20.000 movers in 31 città e sarà integrata da insight maturati dal confronto con un panel internazionale di esperti.
Perché l'evoluzione a cui stiamo accennando sia fattibile, concreta e di valore per tutti gli attori della filiera, è però necessario, ha ripreso Galimberti, "un ecosistema interconnesso. [...] diversi fattori [...] focalizzano sempre più il tema della mobilità sull’experience".
Un terzo tema, racchiuso nelle due parole chiave 'data management', ha fatto emergere che la fiducia maggiore, quando si parla di trattamento delle informazioni acquisite mediante strumenti digitali, è indirizzata verso le Case automobilistiche, piuttosto che verso chi quelle soluzioni le ha progettate, sviluppate e costruite.