Un nuovo paradigma per la misurazione delle emissioni di CO2 delle auto private. Si è tenuta a Bruxelles, al Parlamento europeo, una tavola rotonda "Sostenibilità sociale, economica e ambientale della transizione nella mobilità - le evidenze dei dati" del Think Tank The Urban Mobility Council, promossa dal Gruppo Unipol. Hanno presenziato Matteo Laterza, AD di UnipolSai, e Sergio Savaresi, Direttore del Dipartimento Elettronica Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, ospiti dell’On. Giuseppe Ferrandino (Renew Europe).
Presenti anche l’On. Maria Veronica Rossi, membro della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo, l’On. Massimiliano Salini, membro della Commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo, l’On. Patrizia Toia membro della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia del Parlamento europeo, e Dario Dubolino Policy Officer, Commissione europea, DG MOVE.
L’iniziativa, organizzata dal TUMC, si inserisce in un momento cruciale per la politica sulla mobilità, all’indomani dell’adozione delle ultime due proposte legislative del pacchetto “Fit For 55%1”, nel contesto della COP 28 e nel giorno che precede la “Giornata dei trasporti dell’UE”.
Dai risultati sperimentali affiorati dalla ricerca “Greenbox: l’uso della telematica per un nuovo paradigma di sostenibilità”, è emerso che non tutte le auto Euro 4 sono da rottamare, e non tutte le Euro 6 sono virtuose.
I risultati della ricerca si basano sulle analisi di emissione di un campione di 3.000 veicoli immatricolati su tutto il territorio nazionale nell’anno 2022. L’impatto ambientale dipende da come e quanto viene utilizzata l’automobile, e per capirlo occorre passare da un modello basato sulla centralità della classe di motore Euro a un modello veicolo-centrico in cui l’individuo diventa protagonista consapevole del proprio ruolo nella emissione di CO2.
Attraverso l’uso delle scatole nere che, nella nuova visione, si innalzano al ruolo di green box, il modello misura, infatti, la creazione di effetto serra di ogni singolo veicolo (CO2), sulla base, oltre che delle specifiche tecniche del motore, del tipo di strada che si percorre, del chilometraggio, della velocità media e dello stile di guida. Una misurazione che potrebbe facilmente essere estesa ad altre variabili come, ad esempio, gli inquinanti (per i centri urbani), o l’occupazione di suolo pubblico o la rischiosità per le persone.