Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
“L’esclusione del noleggio dagli incentivi auto messi in campo dal Governo non può che stupire, in quanto oggi proprio il noleggio, dati alla mano, è il principale strumento in grado di favorire la transizione ecologica del nostro parco circolante e di accelerare il ricambio dei veicoli più inquinanti. Ora auspichiamo che almeno le imprese possano beneficiare della rivisitazione dell’IVA sulle vetture aziendali che finalmente colmi il gap che ci separa dai principali Paesi europei”.
E’ questo il commento di Alberto Viano, Presidente ANIASA, l’Associazione che rappresenta in Confindustria il settore dei servizi di mobilità, alle misure di incentivi all’auto previsti nel DL Energia.
L’esclusione del noleggio dagli incentivi automotive è indice di come a prevalere sia una visione che ancora privilegia l’acquisto dell’auto, che finirà per rallentare il processo di transizione ecologica nel nostro Paese e il passaggio graduale dalla proprietà all’uso dei veicoli; un’evoluzione che porta con sé evidenti positive ricadute in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza dei veicoli, nonché certezza sul fronte delle entrate tributarie per l’Erario.
Appelli caduti nel vuoto
Nei giorni scorsi ANIASA aveva invitato il Governo a rivedere tale posizione, evidenziando il ruolo decisivo del comparto aziendale nella diffusione di veicoli a basse emissioni: nei primi tre mesi del 2022 le società hanno immatricolato il 65% ed il 77% delle auto elettriche ed ibride.
Le flotte aziendali a noleggio svolgono oggi un ruolo fondamentale nel supportare il rinnovo del parco circolante (la vita media dei veicoli a noleggio è pari a 4 anni vs età media del parco circolante di 11,8 anni) e nell’immettere in circolazione vetture usate di ultima generazione, economicamente accessibili.
In vista degli ambiziosi obiettivi fissati dall’UE che prevedono di azzerare le emissioni nel 2050 e di ridurle entro il 2030 del 55% rispetto al 1990, va superato il regime di tassazione sull’uso dell’auto aziendale estremamente penalizzante per le imprese nazionali rispetto ai principali mercati europei. In Spagna, Francia e Germania, ad esempio, la detraibilità ai fini IVA è concessa al 100%, in ottemperanza alla normativa europea, mentre in Italia vige un regime in deroga sulla detraibilità, dal lontano 27 giugno 2007, con l’applicazione della stessa nella misura forfetaria del 40%, anziché del 100%.
Resta aperta la questione IVA
“Negli ultimi mesi sono state diverse le attività parlamentari che hanno preso in considerazione un alleggerimento del regime fiscale dell’auto aziendale, che però ancora non hanno dato i frutti sperati”, ha sottolineato ancora Alberto Viano, “di recente, anche insieme alle altre Associazioni dell’automotive, abbiamo avanzato all’Esecutivo una proposta concreta con l’obiettivo di sostenere il processo di transizione ecologica e per colmare un evidente gap competitivo con le imprese dei principali Paesi europei. Abbiamo prospettato di aumentare la percentuale di detrazione dell’IVA attualmente al 40% portandola al 100% per i veicoli rientranti nella fascia di emissioni di CO2 0-20 g/km, all’80% per i veicoli rientranti nella fascia di emissioni di CO2 21-60 g/Km e al 50% per i veicoli rientranti nella fascia di emissioni di CO2 61-135 g/Km”.